Il territorio di Piombino è una zona di antica tradizione industriale e portuale. In particolare la produzione metallurgica e siderurgica risale a ben 2700 anni fa, quando l’antica metropoli etrusca Pupluna (Populonia), unica importante città etrusca sul mare, segnò per secoli la fortuna di queste zone legandola quei ricchi giacimenti di ferro, rame ed argento presente nelle vicine Colline Metallifere ed all’Isola d’Elba (allora Ilva). Queste lavorazioni e queste attività sono rimaste pressoché costanti nel corso dei secoli. L’industria moderna nasce nel corso del XIX secolo quando a Piombino si sperimenta la prima realizzazione industriale in Italia di un convertitore Bessmer (1865) ed il primo ciclo siderurgico integrale (1908).
Il porto di Piombino (42° 55′ Lat. Nord; 10°33′ Long. Sud) è un porto polifunzionale, dedicato al traffico di merci alla rinfusa, destinate ai mercati interni e internazionali ed al traffico passeggeri/commerciale con l’Isola d’Elba e la Sardegna e stagionalmente con la Corsica.
L’assetto funzionale attuale dello scalo è in gran parte condizionato dalla presenza delle grandi industrie siderurgiche che sono sorte nelle zone limitrofe al porto.
Il porto di Piombino ha infatti un bacino delimitato a Sud-Est dal molo sopraflutto, detto Batteria, ed a Nord-Est dal pontile ex ILVA. L’area nord del porto è prevalentemente utilizzata per i traffici da e per le aziende siderurgiche, che si svolgono al pontile c.d. Lucchini (Sud 470 m e Nord 270 m). Il fondale massimo è di circa 12 metri.
Altri traffici portuali, soprattutto lavorati di acciaio ed altre rinfuse, vengono svolti presso altre infrastrutture: la banchina G.Pecoraro, lunga 275 m., il pontile Magona, con due accosti da 155 m a nord e 105 m a sud, la banchina Marinai d’ Italia, con accosto di 125 m., e occasionalmente la Banchina Trieste con fascia operativa di 135 m. I fondali vanno dai 7 ai 13 m.
Ancora oggi Piombino è sede di un importante polo industriale il cui sviluppo nel tempo ha favorito anche la crescita delle attività portuali.
In questo quadro, il porto di Piombino si è sviluppato secondo le proprie vocazioni, industriale e turistico-traghettistica, acquisendo una propria peculiare specializzazione. Nel settore delle merci il porto opera prevalentemente nel settore delle rinfuse solide e delle merci ro-ro, mentre per i passeggeri l’attività è strettamente legata ai collegamenti con le isole Elba, Sardegna e Corsica.
Al traffico passeggeri sono destinati il c.d. Dente Nord Capitaneria (85 m), il pontile Elba (85 m) ed il piazzale Premuda, nonché il molo Batteria (285 m) per il traffico ro – ro e passeggeri con la Sardegna ed in particolare durante la stagione estiva, la banchina Trieste.
Occorre precisare che il porto ha operato storicamente in presenza di forti criticità infrastrutturali che ne hanno impedito un maggiore sviluppo e nel tempo delineato una riduzione di competitività delle imprese industriali e portuali presenti. Sono infatti ben note le storiche criticità connesse alla inadeguata accessibilità portuale (il primo accordo con il Governo per il finanziamento del prolungamento della SS 398 fino al porto risale al 2005 e non ancora attuato come i successivi), alla inadeguatezza dei fondali, degli accosti e degli spazi portuali, alle problematiche legate alle interferenze tra traffici diversi. Problematiche che l’Autorità Portuale ha programmato di affrontare, in parte, con la Variante II di Piano Regolatore Portuale (P.R.P. nel seguito) approvata nel 2003 e poi complessivamente con il nuovo P.R.P. del 2008.
Il nuovo P.R.P. del porto di Piombino è stato adottato il 16 ottobre 2008 ed a seguito del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e della pronuncia di compatibilità ambientale della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale – VIA, è stato definitivamente approvato dal Consiglio Regionale della Toscana il 26 luglio 2013. Con il nuovo P.R.P., l’Autorità Portuale ha decisamente fornito puntuali risposte programmatiche alle pressanti esigenze di razionalizzazione e sviluppo portuale, nell’ottica di perseguire obiettivi di lungo periodo nel quadro della programmazione dello sviluppo locale, regionale e nazionale.
Pertanto, è stata riconosciuta al porto l’esistenza della necessità del potenziamento infrastrutturale di banchine, aree e fondali per soddisfare in modo ampio ed adeguato la domanda di movimentazione delle merci, specialmente quella connessa ai prodotti delle attività industriali, alle merci rinfuse, alle Autostrade del Mare, allo Short Sea Shipping ed ai passeggeri.
Parimenti è stato previsto quale esigenza prioritaria la rapida connessione del porto con il Corridoio Tirrenico e con le ferrovie, oltre allo sviluppo di infrastrutture nautiche.
Questi indirizzi e le conseguenti previsioni sono state ulteriormente affinate a seguito degli effetti della pesante crisi economica manifestatasi a partire dalla fine dell’anno 2008. L’approfondimento del contesto effettuato dall’Autorità Portuale si è svolto con l’obiettivo specifico di riesaminare le problematiche legate al contesto competitivo nel quale si stanno svolgendo le attività portuali e logistiche in analoghe strutture portuali nel Mediterraneo e nel nord Europa.
L’esame dell’evoluzione dimensionale della tipologia di navi prevalentemente operanti nel porto (portarinfuse) e delle condizioni infrastrutturali esistenti nei principali porti industriali concorrenti hanno condotto l’Autorità Portuale a riconsiderare il dimensionamento dei fondali programmati portando la Darsena nord a – 20 metri . Tale necessità è stata inserita all’interno dell’Adeguamento Tecnico Funzionale al P.R.P. vigente, redatto nel mese di ottobre 2013 ed approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nell’adunanza del 24 ottobre 2013.
Nella tabella che segue si riportano i dati relativi al nuovo assetto del P.R.P. comprensivo del relativo A.T.F.:
Situazione attuale | Nuovo P.R.P. e A.T.F. | |
---|---|---|
Lunghezza banchine | 2.300 m | 5.750 m |
Aree portuali | 300.000 m2 | 1.090.000 m2 |
Fondali banchine commerciali | 8-13 m | 13-15 m 13-15-20 m |
Canali di accesso | 13 m | 20 m |
Il progetto di sviluppo del porto di Piombino prevede, oltre all’incremento delle infrastrutture marittime, anche il loro ottimale collegamento con la nuova viabilità stradale e ferroviaria.
Oggi le opere previste dal P.R.P. sono già state in gran parte realizzate offrendo al mercato una superficie utile di circa 400.000 mq e circa 3,5 Km di banchine con fondali che variano dai 6 ai 20 metri. Negli anni recenti il traffico annuale del porto ha raggiunto punte di circa 5 milioni di tonnellate di merci, oltre 1 milioni di autoveicoli e oltre 3,3 milioni di passeggeri.